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domenica 13 febbraio 2011

Cosa ne pensi della guerra?

Finalmente ho trovato casa. Ho avvertito Ombra il giorno stesso del trasloco, fornendogli delle motivazioni utilitaristiche: sicurezza, prezzo, zona. Il suo sguardo si fa più cupo e timidamente mi chiede se non ci siano altre ragioni nascoste dietro alla mia decisione. Non riesco a dirgli altro: essere amici e coinquilini non è la stessa cosa e come amico non lo voglio proprio ferire, nonostante si sia mangiato per la seconda volta consecutiva gli spaghetti che mi ero appositamente comprata per la cena.

La ricerca della casa è stata più efficace di quanto pensassi. Nel giro di poche ore fisso un appuntamento con Ozguç, nome che significa più o meno proprio reale potere, Potere per gli amici.
Lo incontro al Galata Saray Lisesi. Arriva arrancando vestito da intellettualoide di sinistra con tanto di giacchetta di velluto a coste e mocassini di finta pelle nera anni 90. Quando lo vedo arrivare provo compassione per lui, anche se me ne vergogno un po', perché da una manica non spunta nessuna mano. Dopo 2 minuti siamo già arrivati a destinazione, passando per una strada decorata dai panni stesi che corrono da una parte all'altra della strada. Napoli -penso – Che bellezza! Vedere certe cose è raro per una fiorentina di questi tempi, dato che stender la biancheria sulla strada nel centro storico è vietato. Qualche puro sanfredianino continua con questa domestica tradizione ma comunque l'atmosfera non è la stessa.
In casa siamo accolti da due gattine fin troppo affettuose e infatti si chiamano Signorina e, per perifrasi, Facile Signorina. La casa è accogliente, il bagno è alla turca ma pulito, c'è un bel teporino e ci leviamo qualche strato di velluto, Potere, e lana, io. Lui si accende una sigaretta senza difficoltà: eh certo, non difetta di nessun arto o falange che sia.
Le domande che mi pone per giudicare se possa essere una papabile coinquilina sono un po' anomale ma senza dubbio dirette.
- Hai problemi con i gay? - Personalmente no, anzi, la domanda mi dà un po' fastidio.. E se fosse uno di quegli integralisti e omofobici? Qui si mette male. Invece no, il futuro coinquilino, che prenderà la terza stanza, è di parte e giustamente Potere non vuole una di quelle persone che temevo di aver trovato in lui. L'ospitalità è eccezionale, quindi davanti ad un tè, si passa ad argomenti più profondi. - E cosa ne dici della guerra?-. La mia espressione sarà stata esaustiva visto che adesso scrivo dal salotto di questa casa, con davanti Potere che canticchia musichette tradizionali curde, contento.

Ogni giorno, verso le due del pomeriggio, ci arriva la voce di un simpatico vecchino: Sto arrivandoooo... Arrivoooooo..... Me ne sto andandoooooo..... Una sorta di cocco-bello-cocco-fresco del pane in piena città. Lo potete ammirare ed ascoltare nel video del link un po' più sotto, davanti al portone di casa mia. Anche il mercato della domenica non è niente male. Un vero rione pieno di bancarelle in cui si può trovare più di quello che si sta cercando e molto spesso per sole “Bir Liraaaa, bir Liraaaaa!” (Una lira). Un po' più in là c'è anche il mercato dell'usato dove tutto è disposto per terra sulle vie dissestate e piene di fuochi improvvisati. Se non si è troppo sensibili al forte odore di muffa e al fumo che impedisce una ricognizione appropriata del territorio si riescono a fare veri e propri affari. Purtroppo è tardissimo quando arriviamo io e Potere, quindi riusciamo ad accaparrarci solo una confezione quasi intera di filtri ultra-slim, una collanina ed un posacenere a forma di anfora. Potere mi promette che mi ci riaccompagnerà un'altra domenica, di mattina, ma dubito che riuscirà a svegliarsi prima delle 14, dato che di solito si alza in pomeriggio inoltrato. Vabbè, le domeniche che dovrò spendere qui sono ancora tante.


Spesso Potere ed io ci ritroviamo da soli a cenare e a chiacchierare. Mi racconta tante storie. Spesso crude e soprattutto curde.



Il quartiere confinante è Tarlabaşı, che come accoglienza all'entrata ha un grosso carro armato ingabbiato in una cancellata in fronte alla stazione di polizia.
Ci vivono i veri poveri e i veri emarginati. L'esempio più eclatante sono i trans.


Verso il 1995 bambini rapiti dalle loro terre, dalle loro capanne dei villaggi di montagna, si sono ritrovati nella Grande Mela turca, senza sapere perchè, senza conoscere nemmeno la lingua ufficiale. Nonostante il loro unico impegno dovesse essere la scuola e il gioco si ritrovano in cinema squallidi a dar piacere a omaccioni per poche Lire, Lire Turche. Segni che non si cancellano. Mentre mi racconta tutto ciò Potere ha gli occhi lucidi per la rabbia e il dispiacere. Quei bambini sono nostri coetanei ora e hanno una percezione deviata della vita e si ritrovano ancora lungo queste strade a rubare, spacciare o a prostituirsi. Sono troppo lontani dai bambini che incontro davanti al portone di casa e che mi corrono incontro per toccare la mia sciarpa blu urlando -Mavi! Maviiiii!-. Loro giocano a strega mangia-colore, io giocavo al Playmobil, Potere ad acchiappino. Loro, i bambini di Tarlabaşı, giocavano a far gli oggetti sessuali.
Quindi mi chiedo di nuovo: -Cosa ne penso della guerra?-. Ma che guerra... La Guerra autorizzata a decidere della vita, e della morte, di bambini come questi.
Nel 1995 avevo 9 anni e scrivevo i miei temi sul mio miglior amico e sulla gita in campagna domenicale.

Sbottono un po' il cappotto, il sole è bello forte e quasi mi acceca, infatti solo quando mi porto dietro gli occhiali da sole finisce per piovere. Sui baracchini dei produttori ambulanti di succhi di frutta si fanno spazio spicchi di ananas accanto ai classici melograni, arance, pompelmi, kiwi e mele. Tutto intorno mi fa capire quanto questo sia un giorno importante: la fine della mia burocrazia, almeno per quanto riguarda il lato finanziario. Arrivata in banca mi porgono una lucente carta giallo canarino. Peccato non ci siano soldi dentro, ancora.

Un grande gap culturale – penso.

Quasi dimenticavo che oggi si festeggia San Valentino. Allora vi mando un messaggio con scritto “Ti Amo” dalla Turchia, trovato sul web.






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