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giovedì 28 ottobre 2010

Solo nomi e parole? (28/10/2010)

Che dormita! Finalmente!
Il piacere poi di svegliarsi non a casa ma comunque in un proprio spazio non è per niente male. Certo è che inizia a fare freddino, o almeno, inizia ad essere l'ora di tappare gli spifferi con qualcosa. La mia soluzione è inestetica ma abbastanza efficace e soprattutto equo-solidale a km e costo zero.
Sidar è già uscito, anzi, a giudicar dall'ora è già a lavoro che è a 10 passi da qui a essere esagerati. Quel posto è un enorme scasso, unico residuo bellico urbanistico della città e nella sua maestosità fa ciao (scusate, merhaba) con la manina e si presenta: Bisanzio. Ci andai anche 3 anni fa quando venni per la prima volta. Allora m'impressionarono ammassi di cavalli interi con tanto di parti di carri, messi lì, da una parte, facendo ombra agli operai nella pausa te. E 5 metri più sotto un 'misero' scavo neolitico: qua come se piovessero!

Mettendo in ordine le micronerie che ogni ragazza porta con sé nella borsa, per non parlare della valigia, sento l'Ombra dell'albero (in curdo, Sidar) aprire la serratura. Un'ombra bagnata, col k-way e le scarpe antinfortunistiche.

Salgo in corsa sull'autobus, letteralmente. Riesco pure ad evitare la pozzanghera. Mi sto integrando in questa città.
Ho scelto la Dilmer. Per ora è stata un'ottima scelta: dato che ho scritto sotto la voce “professione” teacher mi hanno fatto il 10% di sconto e proposto di lasciargli il curriculum. Il cielo è sempre infuriato, ma a tratti trovo un po' di colore. (mise 2)


La piazza di Taksim mi rinfaccia aggressivamente di essermi dimenticata che domani si celebrerà la festa nazionale turca.
(mise 3)



Stavolta non ce la faccio a fare la turista, la pioggia è obliqua e io ho i piedi da appendere al filo dei panni; scontrandomi con l'ennesimo passeggero passo allo “Scusi!” seguito da un lucido “Pardon”. I finestrini sono appannati e a malapena mi accorgo di attraversare il ponte. Non c'è che dire, la vista da qui è splendida, la città ha proprio in sé il fascino del caos.
Mi sono dimenticata di comprare un po' di cose stamattina al supermercato con Sidar (gli assorbenti per esempio: mi sembra proprio di vederlo a prendermi in giro su quanto sono europea); passo, prendo ciò che mi occorre e chiudo.
Sulla porta di casa 3 sacchi della spazzatura mi saltano minacciosi al naso. Scendendo le scale ecco il primo che salta. Il secondo aspetta garbato alla mia piedata in una pozza, mentre l'ultimo attende paziente. Peccato che per trovare i cassonetti c'ho messo 10 minuti. Non pensavo che avessero micro cestini a leva con la pedana e tutto il resto. A Firenze sono arrivati quest'anno!!!!
Il paese delle contraddizioni.

Stasera ho conosciuto la ragazza di Sidar. E' turca, archeologa, bellissima, sorridente.
Si chiama “fossette”.

2 commenti:

  1. ..Spero che un tempo migliore accompagni la festa nazionale turca domani!
    Vorrei anchio vedere il fascino del caos e scoprire il paese delle contraddizioni. Nell'attesa di andarci un giorno, leggo intanto le tue righe. Scrivi, scrivi, scrivi.. :)
    ..konuşmak yarın (?)
    bacibaci.b

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  2. non saprei nemmeno io come coniugarlo al futuro. per ora il tarzanesco credo ci basti!!!
    a prestissimo allora.

    ps il meteo promette pioggia domani.

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